BIVACCO F.LLI FANTON
RICOSTRUZIONE DEL BIVANCCO F.LL FANTON
Luogo: Belluno
Il progetto nasce dallo studio del rapporto tra uomo e territorio, basandosi sui principi di sostenibilità, sobrietà e prefabbricazione. Il bivacco per la sua funzione deve possedere una struttura essenziale e sobria, con un’idea di comfort diversa da quella a cui siamo abituati, funzionale ed economica, che porta l’architettura ad indagare sui limiti dell’insediamento umano in quota e gli spazi essenziali dell’abitare.
L’ impegno è stato volto a disegnare un unico volume che contenesse all’interno tutte le funzioni necessarie ad un corretto utilizzo del bivacco, come riparo, ricovero, riposo, ristoro, meta, o punto di partenza.
Il nuovo bivacco deve essere un involucro organicamente capace di ridurre al massimo le aggressioni del vento, contenendo, se non annullando, gli spigoli vivi, evitando il contatto con il terreno freddo e bagnato l’idea iniziale è stata quindi, quella di sollevarsi dalla quota di campagna di 2,40 m per garantire la fruibilità anche nei mesi più freddi.
L’esterno, prende forma dall’idea di una struttura aereodinamica, l’interno è organizzato in modo da contenere integrate le funzioni principali a cui deve rispondere il progetto. L’immagine primitiva è quella di un volume di ridotte dimensioni rialzato dal terreno, con aperture che indirizzano lo sguardo verso visuali incantevoli, permettendo di vivere esperienze sensoriali indimenticabili.
Inoltre, uno degli obiettivi principali è stato quello di realizzare un volume di facile montaggio, modulare in modo che ogni elemento sia elitrasportabile.
La costruzione prevede la realizzazione di 2 basi in cemento armato, alle quali è ancorata la struttura portante, costituita da 2 travi curve in legno lamellare di abete, realizzate su misura, di cui si sfrutta lo sdoppiamento della sezione per inserire le apposite connessioni metalliche. Le travi sono costituite da 2 elementi di sezione 12x28 cm e a queste vengono fissate pannellature sandwich autoportanti in legno e isolante in fibra naturale di 14 cm di spessore, a cui segue poi uno strato isolante in fibra di Kenaf dello spessore di 7 cm. Il rivestimento finale è costituito da un manto di lamiera con relativa impermeabilizzazione e elementi di connessione; quest’ultima sarà caratterizzata da una minima lucentezza per garantirne la visibilità e assumerà un colore verdastro, per richiamare i colori della natura. Il progetto è stato studiato per essere reversibile e facilmente smontabile e rimontabile altrove in qualsiasi momento. Una volta trasportati i materiali in elicottero, le fasi di montaggio si prevedono realizzabili in loco; la fase di trasporto dei materiali prevede in totale 24 viaggi in elicottero.
Analizzando le azioni del vivere in ambienti d’alta quota, in situazioni in cui è richiesta sobrietà e responsabilità di comportamento sia nei confronti dell’ambiente naturale che nei confronti delle persone con cui alcuni spazi devono essere condivisi, il progetto è attento al rapporto tra interno ed esterno, alla flessibilità degli ambienti e alle scelte materiche.
Il bivacco è così pensato per consentire la permanenza di undici persone contemporaneamente.
L’ingresso al bivacco è consentito grazie ad una scaletta, la quale introduce all’interno tramite un portone in legno. Interiormente, oltre alle 11 cuccette, è compreso sia un ambiente ristoro con un tavolo e le relative sedute, uno spazio cottura con apposita dispensa di emergenza, una pentola ed una piastra elettrica, sia una serie di spazi di deposito: un armadio con vano per sci e racchette, dei cassettoni sotto ai posti letto dove saranno disponibili delle coperte, e un apposito comparto per collocare un kit di pronto soccorso ed un estintore. Il locale adibito a servizio igienico è provvisto di un wc a secco ed un punto d’acqua, collegati ad una cisterna di accumulo delle acque meteoriche. Grazie alla copertura inclinata, l’acqua viene convogliata a caduta, attraverso delle canalizzazioni, in una porzione di superficie forata della copertura, per poi essere incanalata in una cisterna di accumulo situata nel vano tecnico, che si trova nel comparto controsoffittato sopra al servizio igienico.
Si prevede di integrare in copertura un sistema solare termico, posizionato solidalmente alla superficie interna, in modo da risultare così totalmente protetto dagli agenti esterni e completamente invisibile. La copertura è dotata di un sistema di tubi in rame sotto manto, percorsi da un liquido termovettore per captare il calore solare.
L’approvvigionamento di energia elettrica sarà fornito da un impianto fotovoltaico in silicio amorfo, integrato nella parte di copertura esposta a Sud. L’impianto dovrà essere sufficiente a garantire l’alimentazione di una piastra elettrica, l’illuminazione interna, realizzata con lampade a LED, ed il funzionamento di una telecamera. L’aero-illuminazione naturale diretta è garantita da una ampia finestra apribile, che guarda verso la vallata a sud. Inoltre la ventilazione notturna è ottenuta tramite bocchette di immissione ed espulsione dell’aria.
Il progetto nel suo complesso rappresenta un’architettura minima nomade smontabile, che cerca di coniugare resilienza, leggerezza e massima efficienza energetica anche in condizioni climatiche critiche. La soluzione architettonica e progettuale s’inserisce nel contesto, garantendo il minor impatto ambientale con l’utilizzo di materiali naturali ed il ricorso a fonti di energia rinnovabile per un progetto ecosostenibile.