top of page

CAPPELLA SANT'ANNA

MANUTENZIONE STRAORDINARIA DI UN EDIFICIO SACRO

Gruppo di progetto:

1. Paolo Galantini (Team Leader)

2. Marco Biondi

3. Alessandro Baglieri

4. Mario Provenzano

5. Elisa Cini 

Luogo: Torre del Lago, Lucca - Parco Regionale Migliarino - San Rossore - Massaciuccoli

La Cappella S. Anna, proprietà della Parrocchia di San Giuseppe, si trova in località Torre del Lago nel Comune di Viareggio (Lucca), all’interno dell’area del Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli. L’intervento operato dallo Studio Galantini si presenta, sul piano normativo, come manutenzione straordinaria, ma la singolarità dell’oggetto architettonico e la natura delle soluzioni proposte lo configurano come un restauro.

La Cappella venne realizzata nel 1973 su progetto dell’ingegnere fiorentino Valdemaro Barbetta, per volontà della madre Anna; sorge su un terreno attinente all’insediamento cosiddetto Lagomare, realizzato dallo stesso ingegnere Barbetta precedentemente all’istituzione dell’Ente Parco ed è diventata un riferimento per gli abitanti della zona.

L’architettura è fortemente caratterizzata dalla soluzione strutturale: tre cavalletti, costituiti da due travi in legno massiccio, che configurano staticamente un portale di due aste e articolato da tre cerniere metalliche ai piedi e in sommità, risolvono l’opera nella sua sostanza. La copertura si appoggia ad una trave di colmo che unisce la sommità del secondo e del terzo cavalletto, si biforca all’incrocio con il secondo cavalletto e le due travi risultanti si abbassano, la copertura le segue, liberando la sommità del primo portale (di facciata, per utilizzare una terminologia consueta), che assume il ruolo di cella campanaria.

La semplicità del disegno strutturale lascia intuire un forte gesto creativo. Il risultato è un rifugio; il tempo ha concluso l’opera, lavorando sul materiale della copertura, mimetizzandolo con la corteccia dei pini del bosco in cui è immersa l’opera.

Le intemperie sono state anche fattore negativo: il degrado delle parti lignee, soprattutto alla base dei cavalletti, maggiormente esposti, ha spinto in passato ad un intervento estemporaneo seppure efficace, realizzando steccature mediante profili commerciali in acciaio, solidarizzati da calastrelli saldati e cerchiaggi metallici.

Nel 2010 a causa dell’entità e dell’estensione del degrado la struttura è stata ritenuta non sicura e quindi dichiarata inagibile.

I lavori dello Studio Galantini, iniziati nell’aprile 2013, sono stati completati l’8 agosto successivo, restituendo alla comunità la struttura nella sua estetica originaria, ripristinandone la funzionalità, sia come luogo liturgico sia come spazio di aggregazione.

Le prime osservazioni sul manufatto hanno consigliato di agire con criteri di risanamento conservativo, che potessero contemperare le esigenze statiche con il recupero formale della struttura originaria.

Le sovrastrutture in acciaio, percepite ormai come integranti dell'oggetto e senza dubbio funzionali, seppure in modo empirico, alla statica strutturale, in un primo momento sono state destinate anch'esse alla conservazione.

Il criterio di massima cautela ha suggerito in un primo momento di operare localmente, consolidando le componenti lignee mediante rimozione e sostituzione delle parti ammalorate che avessero un degrado compreso tra il 75% ed il 100%. Il legno previsto per l'intervento è della stessa essenza di quello sostituito, per rispettare l'unitarietà dell'insieme.

Una accurata analisi statica della struttura, di concerto con gli esami strumentali delle maestranze preposte all'intervento sulle parti lignee, hanno consentito di abbandonare il criterio della massima cautela, liberando gran parte delle componenti in legno dalla sovrastruttura metallica, dotandole di uno studiato e leggerissimo sistema di controvento in cavi d’acciaio, nascosto dalla copertura.

L'asportazione quasi totale della struttura metallica, ha consentito di restituire un'opera minimale ma coerentemente studiata, al suo originario valore, definito dall'estrema e trasparente semplicità strutturale.

La complessità tecnica dell’intervento non ha impedito di salvaguardare la valenza paesaggistica della copertura, integrata perfettamente con la vegetazione della pineta circostante.

Questo risultato è stato raggiunto mantenendo sospesa la struttura mediante un sistema di ponteggi studiato per l’occasione, che avesse la capacità di sopportare il carico e gli sforzi trasmessi dalla copertura durante le operazioni di sostituzione delle parti lignee ammalorate degli appoggi a terra dell’intera struttura.

Le opere di restauro sono state eseguite dalla società Antica Toscana di Monsummano Terme, secondo il progetto elaborato dall’Ing. Paolo Galantini, con la collaborazione per la parte strutturale dell’Ing. Renato Terziani.

bottom of page