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CASA COLONICA E FIENILE

RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA DI UNA CASCINA E DEL SUO FIENILE NEL QUADRO DI UN PIANO DI MIGLIORAMENTO AGRICOLO AMBIENTALE

Luogo: San Giuliano Terme, Pisa - Parco Regionale di Migliarino - San Rossore - Massaciuccoli

Questa realizzazione, di miglioramento ambientale, recupero tipologico e funzionale e di ristrutturazione edilizia, ha impegnato lo Studio Galantini dall’analisi urbanistica e ambientale fino all’architettura di interni, senza soluzione di continuità progettuale, costituendo un’esperienza di metodo e uno stimolo culturale.

Il piccolo nucleo edificato, proprietà di una azienda agricola della zona, è localizzato a nord di Pisa, in Comune di San Giuliano Terme, nell’area interna del Parco Regionale Migliarino - San Rossore - Massaciuccoli, che la classifica come zona agricola. La fotogrammetria regionale individua il nucleo con il toponimo Case Nuove, in prossimità della Via Vecchia Pietrasantina, indicata anche come Via Vecchia Viareggina. Tale strada costituiva il collegamento storico tra Pisa e Viareggio e si accosta alla strada statale Aurelia in prossimità dell’abitato di Madonna dell’Acqua, alle porte di Pisa.

La zona era classificata nel P.R.G. del Comune di san Giuliano Terme allora vigente come zona agricola di interesse paesaggistico e la cartografia del Piano di Gestione della Tenuta di San Rossore individuava l’area di pertinenza degli edifici in oggetto come Residenziale e funzioni connesse. Il Piano di Gestione, urbanisticamente, si inquadra come un Piano Attuativo: nel caso in esame è stata richiesta la redazione di un Piano Aziendale di Miglioramento Agricolo Ambientale, al fine di deruralizzare gli edifici e destinarli a civile abitazione. Tale piano ha interessato un’area di un ettaro di estensione.

Siamo nel contesto del paesaggio agrario della piana alluvionale pisana tra i fiumi Arno e Serchio, caratterizzata da assetti colturali tipici, mentre gli edifici individuano un sistema tipologico rurale costituito dalla cascina, il fienile affrontato e l’aia interposta, oltre a piccoli annessi accessori. Il tutto è localizzato su una viabilità storica.

La cascina, il cui nucleo più antico è datato alla seconda metà del ‘700, appartiene a una tipologia di forte caratterizzazione locale: il suo sviluppo in linea consentiva, quando necessario, l’addizione di nuovi vani. Il Catasto Leopoldino la riporta, ai primi anni del 1800, dopo avere già subito un primo ingrandimento. Il fienile trova numerosi esempi simili, ma si tratta di tipologia più recente, risalente, nel caso, alla seconda metà dell’800.

La normativa vigente ha previsto anche rapporti con l’Ente parco e la Soprintendenza locale, che, oltre a verificare l’attenzione filologica nel rifacimento di alcuni elementi architettonici in rovina, ha richiesto la Relazione Paesaggistica, come da Decreto Legislativo n. 42 del 2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Il rilievo ed i primi interventi sulla cascina hanno consentito di ricostruire le vicende storiche di un edificio organico, cresciuto in base alle esigenze aziendali e realizzato con le tecnologie correnti al momento. I solai, ad esempio: con tessitura in legno i più antichi, a volte in laterizio i successivi, sino al solaio in profili d’acciaio e tavelloni leggermente arcuati in cotto, cosiddetti volterrane. L’ultima addizione (sul lato sinistra guardando la facciata) tradisce la sua funzione di ricovero e fienile: le aperture sono in tutto simili a quelle del fienile affrontato alla cascina stessa. Si è deciso di liberare quest’ultima parte dall’intonaco, scoprendo la muratura in laterizio, con il suo decoro di archi di scarico: oltre a ripristinare il presunto aspetto originale si è accentuato l’avvicendamento delle successive addizioni. Anche le volte interne sono state ripulite dagli intonaci, restituendo spazi suggestivi, completati da serramenti a misura degli archi di sostegno; questi diaframmi trasparenti hanno consentito di legare gli interni ai loro cortili di pertinenza e all’ambiente circostante.

Ogni dettaglio, interno ed esterno, è stato risolto con la medesima cura progettuale, coerentemente con l’impegno assunto di non parcellizzare la progettazione in competenze settoriali.

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